15 Mag 2025
GOFFREDO PALMERINI, SECONDO L’ANZIANO PUGLIESE CRONISTA A MILANO
di Franco Presicci *
Non vorrei esagerare, e chiedo venia per il paragone ardito, ma credo che a Davis Livingston, Stendhal, Ferdinand Gregorovius ed ad altri ancora assomigli come viaggiatore Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore acuto e attraente, sensibile e fertile. Lui non sale su un aereo o su un treno per passatempo, per cambiare o godersi il sole di un Paese esotico per poi vantarsene. Come oggi fanno in tanti. Palmerini no: viaggia per incontrare gente, ascoltarla, conoscere le loro storie, le loro esperienze e fissarle nei libri e nei giornali. Non è solo un uomo curioso di vedere cose nuove, altre persone, scoprire altre mentalità, altri usi, altre tradizioni, altri paesaggi.

Palmerini va alla ricerca di quelli che a suo tempo lasciarono il proprio Paese per guadagnare il pane, affrontando sacrifici, umiliazioni, discriminazioni. Palmerini vola in America, in Australia, in Brasile, in Canada, in Argentina, in Sud Africa, e va in zone anche impervie, dovunque possa trovare una vita da snocciolare ai suoi lettori, che sono davvero tanti. E quando racconta, quelle vite, suscita emozioni, coinvolge. Ha il dono della scrittura scorrevole, limpida, senza artifici retorici, senza orpelli.
Rileggendo uno dei suoi libri, ho approfondito la conoscenza di Mario Fratti e la sua casa-museo, del grande scrittore John Fante (Denver, 8 aprile 1909 – Los Angeles, 8 maggio 1983) e suo figlio Dan, anch’egli scrittore che donò la sua macchina da scrivere ad un museo di Pescara, in Abruzzo. Lui, Palmerini, Dan Fante lo ha intercettato e incontrato a Los Angeles ed ha raccolto da lui ogni particolare della sua esistenza e di quella del grande padre, compreso il gesto di Charles Bukowsky di abbandonare la propria casa editrice per aver rifiutato di dare alle stampe “Chiedi alla polvere” del collega scrittore (il libro è pubblicato in Italia da Einaudi). Non si contano le personalità su cui Goffredo ha scavato, le persone semplici che ha invitato ad aprirsi. Ha dato voce a centinaia di emigrati italiani che hanno nostalgia della terra di origine. Li ha trovati a Little Italy, a New York e in tante altre città degli States, dove è stato chissà quante volte, a Buenos Aires, a Caracas, a Sydney, a San Paolo, a Toronto, a Johannesburg, in Bolivia, in Cile, persino in Tasmania…
Il viaggio per lui è apprendimento, scoperta di luoghi e di popoli da trasmettere agli altri. E lo fa con la semplicità che fa parte del suo carattere. Tra le sue pagine si scopre l’anima dei personaggi che ha contattato, i loro sogni, le loro speranze, le loro frustrazioni. Sono porte che si spalancano e invitano ad entrare; sono confini che si lasciano oltrepassare; stazioni affollate di passeggeri in arrivo e in partenza. I suoi libri sono pieni di fatti, di eventi, ricordi, profili sapientemente delineati… Tra le sue numerose opere “L’Italia dei sogni”, “Le radici e le ali”.
Le sue radici sono in Abruzzo, terra nobile, coraggiosa, tenace, che guarda avanti, non si piega, ricostruisce L’Aquila dalle macerie. Palmerini è così, ha la forza dell’ulivo secolare, della quercia che va sempre più in alto. Ho riletto “Gran tour a volo d’aquila” e “Mario Daniele, il sogno americano”. Quando rileggo brani dei suoi libri provo una sorta di gioia per lo stile e per il contenuto. Ogni libro porta ricchezza, riempie il cuore di sentimenti genuini. Ecco l’ultimo “Ti racconto così”. Lui racconta con calma, con pazienza, con accortezza.
Dove vai, Goffredo, quale strada imbocchi questa volta? Inutile chiederlo, a volte fino all’ultimo momento non lo sa neppure lui. Lo immagino viaggiare ai tempi della locomotiva a vapore, che ispirò poeti, prosatori, pittori, con il suo stesso fumo che l’avvolgeva facendola scomparire per un attimo. Sbuffava, sibilava, ingoiava i binari senza correre troppo. La linea di quella macchina faceva sognare. Erano altri tempi. Adesso la osservo, mentre la vedo circolare nei video di facebook; la vedo tirare il treno del Bernina. Non lo sa nemmeno lui da quanto tempo fa avanti e indietro da un Paese ad un altro.
Lo capisci spaziando sui suoi libri, che contengono anche cronache, racconti vita vera. Aprendo “Ti racconto così”, s’incontra anche Papa Francesco, che nel 2022 fece visita pastorale a L’Aquila per aprire la Porta Santa alla Perdonanza, il più antico giubileo della storia; e il Columbus Day a New York; David Sassoli, il giornalista televisivo, la cui “forza proveniva dalle sue convinzioni, da suoi ideali radicati nella fede e maturate nelle esperienze della vita”. Interessanti anche le pagine sulla riapertura dello storico ristorante “Tre Marie”, che, sorto nel 1912, annovera nell’albo d’oro personalità eminenti della poesia, del belcanto, dell’arte, del cinema e della politica: l’antico caffè che ha sempre coniugato storia e cultura. Leggendo nelle sue pagine “La lunga marcia delle donne nelle istituzioni”, si ha l’impressione di seguirla, quella marcia, se la si condivide.
Con Elham Hamedi, una voce di libertà in Iran nell’arte della poesia, ci commuoviamo al pensiero che in quel Paese la donna è sottomessa. Di Goffredo Lucilla Sergiacomo ha scritto: “Se Goffredo Palmerini fosse vissuto ai tempi dell’antica Roma, potremmo rintracciarlo nel novero dei Pontefici Massimi, i magistrati che registravano negli Annales maximi i fatti più rilevanti, politici, militari…”.
Palmerini pontifex maximus? Non siamo lontani dalla realtà. I pontefici massimi venivano eletti e io il voto a Goffredo Palmerini, che rimanendo in tempi più vicini a noi ha rivestito degnamente cariche pubbliche, oltre ad essere stato dirigente delle Ferrovie dello Stato, lo darei: come amministratore fino al 2007 al Comune dell’Aquila, città capoluogo d’Abruzzo, parecchie volte assessore e vice sindaco, ha lavorato benissimo, riscuotendo il consenso dei cittadini. Gli incarichi a lui affidati li ha svolti con competenza e coscienza.
La sua attività giornalistica è lodevole: scrive su molte testate italiane ed estere, conosce tantissimi direttori di giornali e redattori, oltre a uomini di governo e a vertici delle istituzioni. Ha ricevuto moltissimi riconoscimenti in Italia e fuori. A Caracas fu premiato nel 2009 come Personaggio dell’anno, anche per l’impegno solerte, costante, appassionato per le Associazioni abruzzesi nel mondo. Nel 2014 ha ricevuto il premio nazionale di Giornalismo dedicato a “Maria Grazia Cutuli”, la bravissima e coraggiosa collega del “Corriere della Sera” brutalmente assassinata nel 2001 in Afghanistan. Ha ottenuto numerose medaglie e attestati. È stato premiato anche come scrittore d’eccellenza. La lista è lunga. Ma Goffredo Palmerini resta un uomo saggio, modesto, cordiale, disponibile, concreto. È spesso invitato a prendere parte a trasmissioni televisive anche sui canali nazionali, non solo in occasione delle presentazioni dei suoi volumi.
È un uomo tranquillo, ha l’aspetto del parroco colto, paterno e ascoltato, prossimo a diventare vescovo. Il suo volto è incorniciato da una barba folta e ben curata, un ieratico. Parla a voce bassa, con un linguaggio chiaro, mai pomposo, valuta bene le parole. È una pasta d’uomo. Agisce per contribuire ad un mondo migliore. Ha scritto su tanti argomenti: sulle meraviglie del nostro Paese, anche nell’ambito storico, architettonico e paesaggistico. Si è interessato delle tradizioni regionali; svolge un’attività intensa con le comunità italiane all’estero.
È membro del comitato scientifico del “Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo”, opera di cui è uno degli autori, e tante altre cose. Insomma Palmerini non sta mai fermo. Esplora i tesori del suo Abruzzo; racconta il Fucino e la storia del lago e della gente marsa; scrive pagine toccanti sulla morte del grande drammaturgo Mario Fratti a New York, suo amico fraterno. Goffredo Palmerini è una fonte inesauribile di notizie. L’argomento principale per lui è l’emigrazione, di cui è un esperto. Gli abruzzesi li segue ovunque e informa puntualmente sulle loro attività ovunque si svolgano, a Milano o a Firenze e ovunque nel mondo. I suoi cenni storici sull’emigrazione italiana, in particolare quella della sua terra, e quella femminile in particolare, sono preziosità da custodire.
Forse Goffredo di notte non dorme. Ha mille cose a cui pensare. Gli articoli da mandare ai giornali, i libri da scrivere, un giornale su cui pubblicare con le sue stesse mani, “La Prima Pagina”, arioso, ricco di contenuti, scritto con bravura. Goffredo Palmerini è un maestro, abile nel pilotare l’ammiraglia. È un uomo di cui puoi godere l’amicizia, certo della sua lealtà, della sua schiettezza, della sua forza di abruzzese che non viene mai meno alla parola data.
Ammiro molto, di Palmerini, lo stile, l’eleganza dei suoi modi, la dolcezza della sua parola. Quando arriva sulla mia scrivania una sua opera, abbandono tutto e gli dedico tutta l’attenzione che merita, Goffredo Palmerini è un pilastro. Se tutti fossero come lui, il mondo girerebbe nella maniera giusta.
*Giornalista e scrittore