4 Ott 2025
RSA BISCEGLIE. QUANDO LA TECNOLOGIA MIGLIORA LA SICUREZZA, LA SALUTE E IL BENESSERE DEGLI OSPITI. IL SISTEMA PHOENIX 5.0 DI SIGERIS
La sostenibilità non va intesa solo in termini energetico-ambientali. La nuova disciplina dello sviluppo sostenibile vuol promuovere il benessere anche attraverso la creazione di spazi fisici attenti all’uomo nella sua interezza, quindi anche all’aspetto psicologico, in termini di salute.
“Il nostro impegno è quello di porre la persona, con la sua storia e la sua dignità, al centro del percorso assistenziale. L’umanizzazione delle cure non è un accessorio, ma è un aspetto fondamentale della qualità di vita che vogliamo garantire ai nostri ospiti” – ribadisce il Presidente sac. Giovanni Cafagna.
“Umanizzazione significa prendersi cura di tutte le sfere che compongono la persona: non si tratta solamente di quella fisica ma abbraccia anche quelle spirituale, psicologica ed emotiva. Un servizio di cura deve tutelare anche i valori spirituali intrinseci nella persona umana. Papa Francesco una volta disse che parlare della tecnologia significa parlare di cos’è l’etica, cos’è l’essere umano. Perciò, la discussione sul digitale è una discussione spirituale” – queste le parole di Mons. Leonardo D’Ascenzo, Arcivescovo della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie.
“In questa direzione, la tecnologia e la digitalizzazione sono supporti fondamentali per conseguire la sicurezza delle cure e prestare una cura più umana e personalizzata anche nelle Residenze Sanitarie Assistenziali o RSA come la nostra qui a Bisceglie – sostiene il direttore del personale e responsabile qualità e accreditamento Francesco Sasso – L’innovativo sistema ASR Phoenix 5.0 di SIGERIS – Società Italiana Gestori del Rischio in Sanità che abbiamo implementato, non è solo uno standard di gestione del rischio, ma anche un alleato strategico per rispondere ai requisiti di accreditamento istituzionale previsti dal Regolamento Regionale 16/2019 della Regione Puglia, garantendo una efficiente gestione dei processi sanitari e organizzativi. Perché più un percorso è sicuro, più permette di dedicarsi all’ospite. Di conseguenza, se un ospite di RSA si sente più seguito, è più felice e il suo quadro sociosanitario è migliore”.
Che impatto ha dunque il benessere sulla sicurezza in sanità, in particolare in una RSA? Se ne parla al convegno “B-SANITÀ” del 3 ottobre 2025 a Bisceglie, dove l’RSA “Centro Anziani Silvestro e Aurelia Storelli” racconterà la sua esperienza diretta, illustrando come l’introduzione di parametri biopsicosociali e l’utilizzo della tecnologia hanno migliorato la sicurezza e il benessere dei propri ospiti. In breve, un percorso più sicuro non solo protegge, ma consente agli operatori di dedicarsi completamente al “curare e prendersi cura” dell’ospite.
“Abbiamo terminata la sperimentazione, iniziata un anno fa, di Phoenix 5.0 ASR con il personale interno della RSA Storelli di Bisceglie” ricorda Stefano Mezzopera di SIGERIS “producendo risultati oggettivi nel miglioramento dei percorsi di sicurezza delle cure per i circa 80 residenti della struttura. Conclusione della ricerca è che la sicurezza delle cure passa anche attraverso l’umanizzazione delle cure messa in atto quotidianamente, e non solo attraverso la somministrazione di burocratici questionari. Umanizzazione delle cure che, per l’implementazione digitale del sistema di analisi e controllo delle difettosità Phoenix 5.0 ASR, passa anche e soprattutto attraverso ciò che noi chiamiamo controllo reattivo del rischio. In altre parole: il personale assistenziale della RSA formato a dovere segnala un errore – di prescrizione, di somministrazione ma anche un errore di umanizzazione – e su quell’errore immediatamente leggibile perfino su smartphone io ci faccio uno studio e lo metto a posto, così da costruire un’efficace procedura di alert”.
Come l’introduzione dei parametri biopsicosociali cambia gestione del rischio e benessere – vv. nota*. Sono due le principali novità presentate e discusse nel convegno: l’introduzione dei parametri biopsicosociali nella gestione del rischio e il ruolo della tecnologia nell’aumentare il tempo degli operatori dedicato al ‘curare e prendersi cura’ dell’ospite.
Due gli esempi dal quale partire:
a) monitoraggio radar senza “cattura di immagini”, per la prevenzione delle cadute che moltiplica la capacità degli operatori di reagire in maniere tempestiva e proattiva sul rischio, nel pieno rispetto della privacy;
b) l’impatto del benessere nel creare una relazione positiva con l’ospite, riducendo parallelamente il rischio di depressione, degenerazione cognitiva.
“Phoenix 5.0 ASR ottimizza una serie di procedure e di comportamenti portando ad un risparmio sensibile dei costi per la RSA” prosegue Mezzopera “Con il consenso dei residenti, e il decisivo apporto di Cafagna e Sasso, abbiamo fatto introdurre, per esempio, un sistema di controllo notturno tramite sensore radar – senza catturare immagini e dunque senza violazione della privacy – che permette a un infermiere di intervenire di notte. Senza dover fare il giro. Se il paziente cade, in bagno o nella stanza, viene subito intercettato, suona l’allarme e l’infermiere arriva in tre minuti. Abbiamo dunque a che fare con un sistema organizzativo completamente nuovo che parte proprio dal cambiamento culturale interno alla RSA. Infatti, tutte le segnalazioni e i cambiamenti sono stati fatti nel gruppo di lavoro presente, compresi operatori formati, il direttore del personale e il Presidente, per cui la soluzione al problema la trova lui: l’operatore formato”.
“Il compito, secondo noi, della sanità del domani è mettere al centro una nuova idea di salute, un ripensamento profondo, affinché ci possa essere da subito una formazione che guarda oltre, che tenga dentro la persona nella sua interezza – afferma Vincenzo Carlo La Regina, Direttor Sanitario Aziendale Asl Roma 6. In questi anni, purtroppo, lo abbiamo letto e vissuto: si è faticato, ci si è mossi lentamente, al punto che il paziente spesso non si è più sentito al centro della cura – conclude.”
Ma quali sono i dati, quali le evidenze a sostegno? Esperti ed esperte si confrontano il 3 ottobre portando esperienze e buone pratiche che possono contribuire ad allontanare la non autosufficienza e migliorare la risposta e alla sfida epocale dell’invecchiamento in salute.
“Ad emergere – spiega e conclude Raffaella Fonda, direttrice del network B-Sanità, organizzatore dell’evento – è la relazione tra innovazione e umanizzazione; tra benessere di operatori e pazienti e sicurezza delle cure. Non è la tecnologia l’elemento più importante del progresso, ma la capacità di impiegarla per riprogrammare l’assistenza e riportare la persona al centro. L’empatia dei sanitari, il tempo dedicato agli ospiti e la loro felicità sono elementi che hanno un impatto sull’aderenza alla terapia e sull’efficacia dell’assistenza. Umanizzazione, educazione sanitaria e processi organizzativi sono i più importanti ingredienti del cambiamento in sanità”.



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